Riceviamo e pubblichiamo
Non è questione di sentiero
Non è questione di sentiero, sia chiaro. Non esiste nessun diritto di passaggio sulla proprietà privata e vi sono itinerari alternativi, che consentono a chicchessia di passeggiare e nel contempo ai fondisti di vivere in pace senza avere l’impressione di essere osservati financo in bagno. Non avremmo alcun problema a far transitare davanti a casa, ancorchè il fondo sia recintato e il passaggio obbligatoriamente passi rasente casa.
Ma diventa un’altra storia se si viene in macchina e si parcheggia dove dovrebbe parcheggiare mio marito e gli altri proprietari; se si portano i cani e li si lasciano liberi di spaventare i miei genitori e i nostri gatti e a donarci il loro prodotto biologico sulla soglia; se ci si siede nella nostra veranda, al nostro tavolo, sulle nostre panche come se si fosse a casa propria e non un ospite di solo passaggio; se si interloquisce maleducatamente, vantando diritti inesistenti, adducendo pretese non confacenti, assumendo atteggiamenti prepotenti, parlando a voce alta a qualunque orario e transitando senza mascherina, et cetera: ciò non è tollerabile e infatti non lo tolleriamo. Se venite a casa nostra noi vi accogliamo ma il cappello, scusate, lo togliete. E ciò, semplicemente perché perfino noi meritiamo rispetto del diritto a riposo, del diritto alla riservatezza, di ogni altro diritto ma -soprattutto- del rispetto tout court.
E qui iniziamo a venire al vero problema, poiché non intendo essere insultata, calunniata, diffamata impunemente né vedere coinvolta la mia famiglia.
Dimostrato dunque in fatto che le prevaricazioni noi le abbiamo subite e non le abbiamo fatte, vi comprovo anche in diritto dov’è la ragione: senza annoiarvi tanto, evidenzio che, se anche esistesse un diritto di passaggio coattivo (e non vi è), esso troverebbe in astratto vari limiti nei contrapposti diritti altrui: mantenendoci solo al codice civile, “sono esenti da questa servitù le case, i cortili, i giardini e le aie ad esse attinenti”.
Ora, ritengo così, in due parole, di avere sgombrato il campo anche dalle facili affermazioni general generiche e sempre strumentali alle quali ci ha abituato Permalink, il quale si permette di insultare e di usare quelle frasi da bar senza essersi preso la briga di avere approfondito quali regole si applichino al ns caso e di muoversi sempre strumentalmente. La frase “per egoismo e per totale disinteresse dei beni comuni, della legge, del diritto” è tipica degli arruffapopolo.
Avrei in effetti lasciato perdere, trattandosi di questione di per sé tutto sommato bagatellare, come faccio sempre in nome del quieto vivere.
Ma se si lascia tutto lo spazio, gli altri se lo prendono. Arbitrariamente.
Dunque, contrariamente al mio costume, intendo puntualizzare ogni aspetto della vicenda, poiché non è solo questione di sentiero. Non più. Trattasi di dignità personale e familiare, dato che la prima cosa che si nota nell’impostazione del consigliere Zappaterra e di chi l’ha sposata acriticamente è che si parli e sparli solo di me e non di chi anch’esso è proprietario del fondo, cioè anche mio marito e mia figlia.
D.Z. si è focalizzato su di me perché sono consigliera comunale. Non solo è opportuno, quindi, che risponda, è doveroso. Perché la mia veste pubblica non attiene per nulla all’uso che faccio della mia casa. E quindi è di intuitiva evidenza come le affermazioni del Nostro siano strumentali. Lui sì che si è mosso da consigliere comunale, tentando di portare acqua al suo mulino ed usando Loianoweb, mezzo di comunicazione da lui usato abusato e controllato come controlla il suo drone.
Giustifichi allora quali sarebbero “le dure proteste della Consigliera Monari che non vuole passaggio di turisti e camminatori davanti a casa”.
Precisi quali sono questi “casi anche recenti” e chi siano le “diverse persone” che “raccontano sia stato proprio negato il permesso di passaggio o che sia avvenuto solo dopo molte proteste da parte della stessa Consigliera.”
Perché che “l’Opposizione” (ma davvero va maiuscolo?) abbia “sottolineato che in un periodo in cui si dice di voler sviluppare e rilanciare il turismo locale, questo sia un pessimo segnale che arriva -fra l’altro- da una rappresentante del Comune” potrà anche essere considerata solo una frase appena un po’ stupidina, perché la sottoscritta Monari certo non sta ostacolando il rilancio del turismo. Ma, assieme alle altre, è frase rilevante perché offende gratuitamente la reputazione altrui. E l'offesa è tanto più grave perché attribuisce e accusa di fatti determinati. E non solo quanto dice il buon Zappaterra è falso, tendenzioso e forviante: soprattutto, non riguarda nulla il mio ruolo in Comune. Questo è il punto.
L’esercizio del diritto di critica politica nel caso in cui un consigliere di minoranza diffonda notizie di tal fatta, porta alla necessità di verificarle e di accertare che la sua presa di posizione non trasmodi in un attacco personale portato direttamente alla mia sfera privata, sconfinando nella lesione della mia reputazione.
E se pare che ormai il consiglio comunale sia zona franca per l’ingiuria politico-amministrativa, le esternazioni per dire così “sopra le righe” svolte fuori di esso e per supposti eventi estranei alle funzioni esercitate, diventano personali, con ciò che ne consegue, ahilui, per l’esternatore.
Se poi costui è conscio di riportare cose non veritiere, peggio pure: giuridicamente la classificazione delle dichiarazioni mi dicono che sia ancora più pesante.
Può farsi politica in questo modo? Valuti il lettore. Una cosa è certa: il diritto di critica del consigliere esternatore è legittimo se esercitato pacatamente e nelle opportuni sedi.
Valuti anche, il lettore, se non sia prevaricante presentarsi il 2 giugno, giorno di festa, nella nostra proprietà, “senza mascherina”, senza mantenere le dovute distanze, facendo un interrogatorio su una presunta lettera o telefonata ricevuta da un cittadino di cui non ha voluto fare il nome, che lamentava non meglio precisati comportamenti alterati al passaggio su nostra proprietà.
Il tutto condito con fare prevaricatorio e inquisitorio. Posso provare tutto ciò che affermo.
Il Robin Hood di se stesso ha anche fotografato senza alcun consenso e dette fotografie sono state inviate all’amministrazione Comunale, ai vigili urbani e pubblicata anche sul grazioso post che sto confutando.
Chiarito che la nostra proprietà non è “di fatto interdetta” bensì lo è “di diritto”, temo il peggio; e cioè che un certo modo di fare politica sia utile solo ad istigare il linciaggio morale e a dare la stura non solo alla facile ironia ma anche a qualcosa di peggio. Frasi come “sarebbe ora di finirla di permettere a privantuncoli egoisti di danneggiare la comunità con i propri capricci” non solo provano e confermano la natura di chi le dice, ma aizzano. Come fa il bambinetto, “maschio Alfa” già all’asilo, che crea il gruppo per isolare il compagno non allineato o che ha un difetto.
Mi auguro che non vi siano difficoltà alla pubblicazione della presente risposta.
Raffaella Monari
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