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Story

i borghi di Loiano - testi e foto di Riccardo Vignoli

 

Loiano, inverno 1992.jpg

 

 Sabbioni (appunti del Calindri)

 

Chiamasi di Montagna a distinzione di altro comune a parrocchia dello stesso nome che esiste in pianura, e noi chiamiam Sabbione come chiamasi nel registro del comune e non Sabiuno come nel catalogo del Montieri e nel Diario Bolognese, sembrandoci la seconda voce adottata dall’idioma volgare montano, e non dal vero nome, che a questo Comune e Parrocchia si debba.

Anime 80 divise in 12 famiglie compongono questa popolazione.

Preziosa ma poca Uva, non molte frutta, ma fra queste buoni Fichi, quantità non molta di Ghianda, e lo stesso di Boschi a legna, poca Seta, sufficiente quantità di Fieno, molta estensione di terreno la vinoso e a sodo con saporito pascolo, tre in quattro misure di buon Grano per ogni semente, e due circa da Marzatelli sono i raccolti annui di questo territorio, la di cui massima estensione è di Creta mista di Arena, nel rimanente arenoso, e nella quale evvi quà e là qualche striscia o pezza di Argilla e di Ocrea color di mattone cotto.

Parlasi di questo Comune in due istromenti conservati nell’Archivio delle R. R. Canonichesse di S. Lorenzo di Bologna, e rogati negli anni 1304 e 1305.

 Sabbioni (appunti del Vigna –io-)

 Ai primi del secolo Sabbioni era abitata da dieci famiglie per un totale di circa sessanta anime.

Quando fu fatto il nuovo tracciato della strada, una collinetta posta a sud del caseggiato fu trasferita a nord mediante un brulicare di carriole, per colmare una depressione del terreno.

Una bella costruzione costeggiava la strada sulla sinistra e sulla facciata si aprivano ben nove arcate dietro le quali trovavano posto la trattoria, la “bottega”, gli ingressi alle abitazioni e alle stalle dei muli, che servivano a trainare diligenze e carri di lì a Loiano.

Ricostruito dopo un incendio causato dall’ultima guerra, perdette sei dei suoi preziosi archi, ma non la sua antica destinazione di bottega ed osteria.

 

 

Anconella (appunti del Calindri)

 

Parrocchia con Borgo dello stesso nome, soggetta a memoria d’Uomini e d’Istoria al Plebanato di Barbarolo.Anime 146 fanno la sua totale Popolazione.Bibolano, Barbarolo, Scascoli sono i confini di questa Parrocchia il cui titolare è S. Vittore, e la collazione spetta immediatamente alla Mensa Arcivescovile di Bologna.

L’aria è generalmente buona, non morendo di adulti, che circa l’uno per cento.

La sua fertilità maggiore consiste in boschi a Legna, Carbone, e Castagne; abbonda in Ghianda, ed in Pascoli delle sue molte terre sodive; scarseggia ad Uva, che è di qualità ordinaria, e più a Frutte; raccoglie Seta in quantità mediocre, e rende tre misure di a Grano, due a Marzatelli per ogni misura di Semente.

Il suolo di questo territorio composto di Arena di grossa grana ora più, ora meno indurita a consistenza di Tufo sotto la prima lavorata superficie, e di colore rossiccio rimane sopra, o poggia sugli ammassi di Creta ed Argilla, ora più ora meno indurita, ed ora più ora meno avvicinatesi alla esterna superficie, che forma essastessa nelle bassure e profondi.

Un solo Calzolajo è l’Artista, che al pubblico servigio di questo Popolo se stesso impiega nella propria Arte.

Il Borgo, che porta lo stesso nome, abitato da dodici Famiglie, è situato alle due bande della Via detta la Via vecchia, che conduceva già dal Bolognese in Toscana, prima che fosse fatta in poca distanza, e più in alto la presente più ampia.

Nel 1326 fu uno dè Comuni, che a tenore del rispettivo Estimo fu fatto dal Senato concorrere alle spese della fortificazione del Castello di Bisano.

   

Anconella (appunti del Casini)

 Anconella, nome attuale di una piccola frazione e parrocchia del comune di Loiano) è sul fianco meridionale del Monte Castellaro, tra la Savena e la Zena, e se ne hanno scarse memorie storiche.

Appare per la prima volta nella circoscrizione del 1223; nel 1249 aveva 14 fumanti e assai probabilmente fu uno dei luoghi ove possedevano, e già avevano dominato, i signori di Loiano.

Nel 1286 ebbe un estimo di lire 602; nel 1288 fu aggregata alla podesteria di Scaricalasino; nel 1326 fu tra le comunità che contribuirono alle fortificazioni di Bisano.

  

Anconella (appunti del Vigna –io-)

 Uno degli insediamenti più caratteristici del territorio di Loiano è quello dell’Anconella, un antico borgo risalente in gran parte al ‘500.

Il borgo, sempre più meta di gite fuori porta, si allarga attorno ad una caratteristica costruzione a colonnato un tempo sede di Ospitale di sosta per i pellegrini: l’antico tracciato della strada per Firenze passava infatti per l’Anconella.

Oggi ospita una caratteristica osteria, in fase di ristrutturazione, che è diventata una tappa fondamentale per i numerosi escursionisti che vogliono ritemprarsi lo spirito…ma non solo.

Tra gli altri edifici di importanza storica va ricordata la Chiesina di S. Vittore, ampliata nel ‘700 ed i resti di un antico oratorio risalente al ‘300.

 

Scascoli (appunti del Calindri)

 

Parrocchia e Comune composta da 300 anime divise in 56 famiglie.

Arena e Tufo arenario intersecato da qualche banco di ghiaia fluviatile, e posto sopra base di creta, è il suolo esterno ed interno di questo territorio, nel quale raccolgonsi un anno per l’altro moltissima Uva, moltissime Frutta, molta Ghianda, pochi boschi da Legna da fuoco, molti Castagni, molto Fieno, poco pascolo da poche terre a sodo, molta Seta, pochissima Canape, tre misure circa del Grano, e due in tre da Marzatelli che vi si seminano.

Vivon quivi d’arte parte dell’anno un Fabbro, un Muratore, un Calzolaio, un Falegname, un Molinaro.

L’aria è delle migliori, non giungendo il numero annuo de’ morti adulti a più di due.

Come Massarìa, o Comune, comprende sotto di sé l’Anconella.

Da alcune Scaturigini di acqua ferruginosa ed ocracea in fuori, e qualche nucleo di tellina, altro quivi non vedemmo.

Non abbiam fino ad ora di questo Comune più antica memoria del 1233, e da questa altro di più non sappiamo, se non che esisteva già in quel tempo questo luogo.

 

Sassicasculi(appunti del Casini)

 

Sassicasculi, ora Scascoli, frazione e parrocchia del comune di Loiano, trovasi sopra un’erta cima alla destra della Savena, di fronte a Monte Rumici.

E’ una località di scarse memorie storiche, la quale appare per la prima volta nell’elenco dei comuni del 1223: nel 1249 aveva 32 fumenti e fu tassata di 36 uomini per la spedizione contro Modena; nel 1286 ebbe un estimo di lire 1638.

 

Chiesa Parrocchiale di S. Stefano

 

Poco distante dalla destra riva di Savena, a miglia diecisette circa da Bologna percorrendo la via di Toscana fuori di Porta S. Stefano,

è posta la Chiesa di Scascoli, in luogo di Monte quant’altri mai salubre ed ubertoso.

Non abbiamo di questo distretto più antica memoria al di là del 1233 ricavata da un Istromento delli 14 Febbraio di detto anno a Rogito Ubertello risguardante una permuta di un appezzamento di terreno fra Rodofeno di Guidotto da Scascolo col Massaro dell’Ospedale di Livergnana, e Albertino di Bellondino dello stesso luogo.

E da memorie del 1305 si raccoglie come questo luogo ancora pagasse omaggio con tanti altri alla famiglia Lojani.

Esisteva certamente in questo luogo in remoti tempi un Castello, ma da chi edificato, come e quando e da chi distrutto s’ignora, potendosi soltanto indurre del luogo ove esisteva dal nome di una località chiamata in oggi costa del Castello o la Fossazza.

E’notata detta Chiesa nel Campione del 1378 di questa Mensa Arcivescovile col titolo di S. Stufano di Sassichascoli, ed era annotata come dipendente anche in allora dal Plebanato di Barbarolo.

In seguito ed in altro Campione trovasi indicata sotto due titoli e cioè dei Santi Stufano e Martino, mentre nello stesso Campione del 1378 sopracitato leggesi sottoposta al detto Plebanato di Barbarolo una Chiesa dedicata a S. Martino de’Campioni, e tale soggezione seguita a vedersi sino al 1508 e non più oltre.

Dal che sembra doversi dedurre che fosse questa demolita dopo tale epoca, ed il di lei titolo coi Beni riuniti alla Parrocchia di

S. Stefano.

Il di Lei Giuspatronato secondo li detti campioni apparteneva a’Parrocchiani, ma passò, ignorasi in qual modo scorsero ormai tre secoli, alla Mensa Arcivescovile di Bologna che li tiene anche oggigiorno.

Trovavasi in sul finire del Secolo XII questa Chiesa in istato di minacciante rovina, ma fu prevenuta dal vigilante zelo, e generosità del M. R. D. Giovanni Francia, che essa Chiesa governò dal 1678 al 1714 mentre all’ardua e dispendiosa impresa si accinse d’interamente di ricostruirla.

Diedegli esso principio nel 1684 e la condusse a compimento nello spazio di dieci anni circa.

 

E’questo sacro Edilizio di lunghezza piedi quarantaquattro, di larghezza piedi quattordici di Bologna.

Questa Parrocchia conta una popolazione di circa seicento anime ed è sotto la civile giurisdizione del Governo di Lojano.

  “Per la facciata vennero utilizzate le pietre squadrate di arenarie della distrutta Chiesa di S Ansano di Brento"

       Chiesa Parrocchiale di SS. Giacomo e Margherita       

 Infino a tanto che durarono aperti nel Borgo di Loiano le Chiese dè Minori Osservanti, e delle Terziarie francescane poté l’antica Parrocchia giovare a’ bisogni dè popoli che per le vie disagiate e impraticabili non vi si recavano tutti, che allorquando vi erano strettamente tenuti.

Soppresse poi le monache, partiti i religiosi, e volgendosene già la chiesa ad usi profani, quel zelantissimo Parroco Don Francesco Maria Vivarelli Carini ripensando alla piccolezza della vecchia parrocchia omai squallida, e cadente, e alla distanza del Borgo abitato dalla più parte dè popolani supplicava strettamente all’Eminentissimo Oppizzoni, acciò approvasse il trasferimento della Parrocchia nella Chiesa di S. Giacomo già de’ Minori Osservanti; e l’Arcivescovo valendosi delle dategli apostoliche facoltà, e assentendo il Governo, decretava il trasporto della Parrocchia a 26 Novembre 1805 di cui presenti tutte le autorità, si rogava atto solenne adì 28 Luglio 1806.

Conseguitò al traslocamento che la vecchia Chiesa e Canonica passarono in podestà del Demanio; e la nuova prese il titolo dè SS. Giacomo e Margherita.

Questa Chiesa venne poi decorata del titolo di Arcipretura, dipendente sempre dalla Pieve di Barbarolo, con decreto del Cardinale Arcivescovile Oppizzoni dè 29 Gennaio 1840.

Chi da Bologna si avvia a Firenze trova in fondo al Borgo di Loiano la fabbrica, che fu già il Convento, offrendosegli di prospetto la facciata della Chiesa il cui fianco si estende lungo la strada, che corre verso Toscana.

Entrando nella maestosa e bene adorna Chiesa, vedesi architettata d’ordine dorico, a volta reale, cogli altari delle bande in Cappelle che si addentrano né muri (…)   

 

 testi e foto a cura di Riccardo Vignoli (ex studente  dell'IPAA " L. Noè" di Loiano)

 

 

 

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data pubblicazione: 
Venerdì, 2. July 2010 - 18:52
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