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Nuovo esposto del WWF per il taglio degli alberi del lungo Savena

Per l'Associazione il taglio indiscriminato di 30 ettari di alberi ha fortemente compromesso l'habitat dell'area

Con un articolo a firma di Valerio Varesi apparso oggi (31 dicembre 2015) su 'La Repubblica Bologna, si torna a parlare dell'imponente taglio di alberi avvenuto lo scorso anno nel lungo Savena.

 Nel pezzo vengono ripercorse le varie tappe della vicenda iniziate quando Comune di Pianoro chiese l’autorizzazione all’Autorità di Bacino del Reno per intervenire con un taglio 'selettivo' della vegetazione. Il permesso venne  quindi concesso limitatamente a quella "secca, ammalorata, inclinata e cresciuta a ridosso della strada o all’interno dell’alveo" (come si legge nella Delibera) Il vantaggio per il Comune è notevole perchè la gara viene realizzata a compensazione, cioè a costo zero per il Comune poichè i lavori verrano 'coperti' con il legname tagliato.

Essendo un lavoro 'a cottimo', il guadagno delle ditte appaltatrici sarà proporzionale al materiale realizzato e da ciò ne consegue che i «boscaioli» decidono di ottimizzare gli introiti abbattendo tutto per dodici chilometri. Non solo. Iniziano proprio dalla zona protetta di interesse europeo per la biodiversità, quella tutelata dalle normative “Sic”.

 

Quando già i lavoro erano avanzati per quasi tre chilometri, intervengono sia il Comune di Pianoro che la Regione constatando il taglio di vegetazione autoctona come querce, frassini e olmi di alto fusto. A questo si aggiunge che il taglio indiscriminato è sconfinato in un'area protetta coperta da tutela (siamo nella zona dell'incrocio per Brento)

Oltre a quello del WWF, oggi vi sono anche due esposti della Forestale, uno a fine 2014 e l’altro tra la primavera e l’estate 2015; "l cartello della zona tutelata era coperto dalla vegetazione» ha rbattuto il dirigente del comune di Pianoro.

 

I primi effetti si sono già visti nei tratti disboscati. La mancanza dell’ombreggiatura, con conseguente innalzamento della temperatura dell’acqua, e la presenza di nutrienti del terreno hanno prodotto un’anomala proliferazione di alghe. In molte zone è comparsa anche un’accentuata erosione delle sponde. «Interventi come questi, a decine in Emilia e migliaia in Italia — prosegue Bonafede Presidente WWF vanificano i sacrifici per migliorare la qualità dell’aria. Inoltre, le ostruzioni dei ponti non sono dovute alle piante vive sulle sponde, ma al legname secco nell’alveo. Quello andrebbe tolto non gli alberi sani che rallentano la corrente e salvaguardano la stabilità delle sponde stesse». Ma il danno è ormai fatto, compreso quello in zona protetta.

L'articolo competo è consultabile QUI

 

dicembre 2015

data pubblicazione: 
Giovedì, 31. December 2015 - 14:00

Commenti

Percorro quasi ogni giorno quel tratto di fondovalle e non ho visto tutti questi danni .... anzi a un anno di distanza dal famigerato disboscamento selvaggio,per chi passa per la prima volta in quel tratto di strada non si accorge di nulla e a suo dire probabilmente troverebbe il fiume più curato che in altre zone...
Per quanto riguarda il tipo di alberi tagliati, va detto che di alberi al alto fusto(che poi quelli nn tagliati si sono schiantati con la neve)non erano che per la maggiore, pioppi acacie e qualche ontano che cmq nel giro di pochi anni avranno rimboschito la zona più diprima....
Mi sembra che interessi più la parte normativa che quella naturalista anche da chi dovrebbe rappresentare un movimento che mette innanzi a tutto la natura....trovo scorretto elencare danni dovuti ad azioni che per secoli gli uomini hanno fatto e ritenute sane per l'ambiente e il territorio (pulizia dei letti dei fiumi)Ora per un insano isterismo naturalistico si cerca di vietare anche il taglio di piante infestanti( un tempo tagliate senza alcun ripensamento)creando un danno maggiore di quello che si vuole evitare....

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