Al via da Vergato sperimentazione Case della Salute. In seguito anche l'ospedale di Loiano
Partirà entro l’anno anche a Bologna la sperimentazione del progetto relativo alle Case della salute definite dal ministero come "la sede pubblica dove trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di Medicina Generale e Specialistica ambulatoriale e sociali per una determinata e programmata porzione di popolazione".
La struttura pilota sarà quella di Vergato che verrà poi seguita da Porretta, San Giovanni in Persiceto, Bazzano e Budrio.
L’obiettivo è quello di snellire le utenze del pronto soccorso in termini di codici bianchi, creando un organismo a cui rivolgersi in assenza del proprio medico di base.
A darne notizia è stato il direttore generale dell’Ausl Francesco Ripa di Meana che ha affermato: «Vogliamo avvicinare il territorio all’ospedale. Si tratta di portare i medici di medicina generale dentro gli ospedali, partendo da quelli piccoli, per vedere come questi possano essere al servizio, ad esempio delle cronicità in campo oncologico o reumatologico. In questo modo si evita che questi pazienti arrivino in pronto soccorso».
Su modello simile è già presente dal 2009 la Centrale metropolitana, creata dall’Ausl per le categorie post acuzie con l’obiettivo di ricoverare in modo veloce e adeguato tutti i pazienti che afferisco a quest’ordine di gravità.Questa struttura, unica in Italia, è stata realizzata inizialmente insieme al Sant’Orsola a cui si è aggiunto in tempi recenti anche il Rizzoli.
Attraverso un database costantemente aggiornato la Centrale Metropolitana monitora la disponibilità di posti letto per lungodegenti, degenti che necessitano di riabilitazione intensiva ed estensiva e per anziani da ricoverare in residenze negli ospedali dell’Ausl.Il tutto tenendo in considerazione il caso di specie, ovvero le esigenze sanitarie, sociali e famigliari del paziente.Si tende quindi verso un modello sanitario nuovo, che supera la distinzione tra reparti di medicina e di chirurgia a favore della realizzazione di aree di degenza distinte per intensità e complessità di cura.
In tutto questo la figura di raccordo è quella del medico, riferimento costante per pazienti e famigliari, perché segue il paziente durante l’intera permanenza all’interno della struttura ospedaliera fino al momento delle dimissioni. A questo modello ha già aderito l’ospedale di Porretta che sarà seguito a breve da San Giovanni, Budrio, Vergato e Bazzano, Loiano e Bentivoglio mentre a Bologna sarà il Sant’Orsola ad inaugurare il progetto con il Polo cardiochirurgico e dei trapianti, le chirurgie e l’internistica-geriatria.
aprile 2012
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