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Cave: tariffe immobili dal '92, da 10 anni buttiamo 20 milioni pubblici all'anno.

fonte : Movimento 5 Stelle Emilia Romagna

 

Da quando siamo entrati in Consiglio stiamo proponendo di aggiornare le tariffe di cava: sono ferme dal 1992 e i cavatori guadagnano uno sproposito con quelli che sono beni comuni, i materiali inerti.

Fra Aula e commissioni discutiamo di come aggiornare le tariffe sulle attività estrattive, ma ancora nessuna decisione. Quest'immobilismo è ingiustificabile, visto che - a parole - anche la Maggioranza si mostra d'accordo sulla nostra proposta di aumentare gli oneri di cava. L'ultima promessa è del Sottosegretario Alfredo Bertelli, che il 21 dicembre disse che 'siamo pronti e a gennaio presenteremo un progetto di legge sulle attività estrattive'. Beh, non l'ha fatto, e siamo ad aprile. Così lo facciamo noi depositando il nostro Progetto di Legge. Perché ci sembra una questione urgente? Le tariffe sono ferme al 21 gennaio 1992, quando la delibera di Giunta n. 70 fissava dei prezzi, in lire, che oggi sono assolutamente ridicoli. Solo negli ultimi dieci anni i cittadini emiliano-romagnoli si sono visti scippare delle risorse naturali per quattro soldi, perdendoci circa 200 milioni di €! Nel nostro PDL, oltre ad una revisione delle tariffe al rialzo, ci sono una serie di limitazioni spazio-temporali alle cave: solo 5 anni di attività, ad esempio, senza proroghe. E controlli stringenti sul materiale estratto e trasportato.
Adesso non possiamo più aspettare, sono passati vent'anni dall'ultimo adeguamento e continuiamo a temporeggiare, senza alcuna giustificazione se non quella di proteggere gli interessi dei cavatori, che sono esorbitanti. La nostra ultima proposta, presentata in sede di bilancio, prevede un aggiornamento delle tariffe sulla scorta di quelle applicate nel Regno Unito già dal 2002, con un aumento compreso fra le 4 e le 6 volte rispetto alle cifre attualmente in vigore. Perché proprio il Regno Unito? Perché hanno fatto un lavoro organico, che considera anche i costi sociali e ambientali di una cava, che sono molto alti per la comunità. Applicando la nostra proposta agli ultimi dati disponibili, quelli del 2009, la Regione otterrebbe un gettito di circa 20 milioni di € all'anno, per non parlare dei ritorni per i singoli comuni. Non facciamo il calcolo anche per il denaro perso negl i Anni Novanta, non avendo dati certi, ma possiamo supporre che le cifre siano paragonabili. Gli interessi in gioco sono enormi. Basti pensare che i cavatori sono sponsor di molti politici, che la loro attività ha una strettissima correlazione con la politica, visto che sono le Province a fare i Piani della Attività estrattive e - non ultimo - gli inerti sono la base di tutte le grandi opere in costruzioni, dal People Mover di Bologna all'Autostrada Cispadana, alla E55, al Passante Nord, alle grandi speculazioni edilizie... Aumentare i costi delle materie prime significherebbe imporre una seria riflessione su queste opere.

Nel 2009 in Regione erano attive 133 cave: 56 in provincia di Parma, 30 a Bologna, 29 a Reggio Emilia, 7 a Rimini, 6 a Ferrara, 1 a Modena e una nella provincia di Forlì-Cesena. Inoltre ci sono 28 cave inattive, 6 sospese, 58 esaurite e in corso di sistemazione, 2 esaurite e non sistemate (entrambe nel bolognese) e 9 esaurite e sistemate. Totale: 236 cave.

GUARDA IL VIDEO: http://youtu.be/u43cRtlnIHk

 

Sulla situazione delle cave nel territorio loianese, ne abbiamo parlato anche in un recente post

 

aprile 2012

 

data pubblicazione: 
Lunedì, 16. April 2012 - 19:32
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