Quali progetti per il traffico e commercio?
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
All’ultima convocazione del Consiglio Comunale avrei voluto chiedere alcune cose su Loiano e come quest’Amministrazione intende, e se c’è la volontà, di intervenire sul problema del Traffico.
Mi spiego meglio:
-leggevo alcuni articoli in cui si attribuiva a loiano una presunta
vocazione turistica, personalmente ritengo che la situazione nel paese, a causa del traffico, sia un qualcosa d’infernale da non consigliare al peggiore dei nemici, Via Roma è percorsa giorno e notte da auto che sfrecciano e soventi sono gli ingorghi fra mezzi che non rispettano il semaforo. Un problema annoso, poteva avere una giustificazione sino agli anni 60 in nome di una presunta modernità, (si usciva da secoli di miseria).
La funzione storica di piccoli centri come questo è quello di favorire l’incontro e la socializzazione, rinsaldare lo spirito di collettività anche fra culture diverse (il 50% dei residenti sono immigrati negli ultimi 10 anni). Vecchie e nuove Amministrazioni hanno contribuito, in maniera criminale, a distruggere questo patrimonio culturale. Come tutte le consuetudini sedimentate nei secoli una volta interrotte vanno perdute per sempre, gli anziani dimenticano, i giovani se ne vanno. Fatte queste considerazioni e preso atto che indietro non si torna, invito a guardare avanti e considerare se una situazione come questa, possa definirsi civile.
Ora vi chiedo, vi sembra normale, per esempio che lungo via Roma sino al negozio di Lelli non ci siano marciapiedi né paletti e si è costretti a camminare in mezzo la strada? Ancora peggio è la situazione nel centro.
Vorrei molto semplicemente che il problema fosse visto dal punto di vista di una persona anziana o di un disabile.
Non si è tranquilli, si è sfiorati dalle auto, si ha paura di fare un passo falso. La tensione dovuta a un continuo stato di pericolo e allerta, provoca stress anche a persone perfettamente abili e centinaia di questi fanno un danno provoca malumore, rabbia predispone al pessimismo, al rancore, anche se, tutto ciò non è chiaramente percepito (sono i Rom, è il destino). Consideriamo anche che i bambini non Hanno la possibilità di giocare nel loro paese, come potranno affezionarsi?
Non che cambiando le cose siano rose e fiori, occorrerà del tempo prima che un barlume di vita sociale prenda forma.
Quello che non capisco sono i commercianti, non so se sono sul mercato e se forniscano buoni servizi, so che molti hanno chiuso e molti cercano di cedere l’attività, quindi non centra il passaggio delle auto. Del resto chi è così stolto da arrischiarsi, in un mare di auto, a fare acquisti?
Altri paesi hanno cercato di risolvere il problema (es. Castiglion dei Pepoli).
Occorre intervenire in modo serio e deciso per risolver il problema del traffico e rendere la vita più vivibile, La nuova frontiera, il discrimine tra civiltà e barbarie è determinato dal modo in cui si tratta il territorio e l’ambiente, quindi il benessere dei cittadini.
Quest’Amministrazione intende fare il salto di civiltà auspicato?
Franco Bolognesi Giugno 2014
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I conti della serva
Se il paese intende restare vivo una scelta di canalizzazione del traffico la deve fare ma mi chiedo quali sono le attività che al momento vivono sul passaggio dei mezzi, sui parcheggi al volo nei tre orari di punta, mattina, mezzogiorno e fine pomeriggio. Immagino si vada a creare una rottura di equilibri e abitudini. In ogni caso, creare un senso unico avrebbe un senso civico così come spostare la fermata sulla strada in basso però mettendo a disposizione un saliscendi elettrico o una scala mobile. Fantascenza? Come i parcheggi a pettine sul senso unico? Come il mercato distribuito in modo da creare un ambiente equilibrato tra ambulanti e attivitá locali così da offrire una occasione di richiamo, magari concordando nei giorni di mercato promozioni nei negozi del paese? A parte alcune storiche attivitá, nuovi negozi non reggono. Perché? Avrebbero forse bisogno di pubblico differente che in paese nnon arriva, la gente preferisce andare a Monghidoro oppure a Bologna.
Creare un centro storico vivibile comporta gestione dei parcheggi, dei percorsi, delle abitudini e generazione di nuove offerte, generare motivi per cui la gente si fermi qui, gli stessi locali vanno altrove. Franco ha ragione. Fare i conti della serva in una situazione come questa non porta da nessuna parte.
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