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La Germania vieta il teatro al cimitero della Futa: “rischio Covid”

l debutto era fissato per il 18 luglio 2020 con la seconda tappa del progetto triennale su Dostoevskij

Dalla pagina Facebook di Archivio Zeta

DISPERATI, INCREDULI, SMARRITI

Desideriamo condividere la terribile situazione che stiamo vivendo in questi giorni: con grande dolore annunciamo che, a differenza di quanto noi (e molti di voi) potessimo credere in questo periodo di riaperture, lo spettacolo al quale stavamo lavorando da mesi non potrà andare in scena al Cimitero militare germanico del Passo della Futa in luglio e agosto. Il debutto era fissato per il 18 luglio 2020 con la seconda tappa del progetto triennale su Dostoevskij (circa 25 repliche programmate).

Eravamo già a buon punto delle prove.

Siamo disperati.

Dopo aver perso tutto il lavoro durante la primavera (come tutti i nostri colleghi) attendevamo fiduciosi i dati sull’abbassamento del contagio con il desiderio forte di tornare in scena, convinti di avere tutte le caratteristiche per poter rispettare le norme di sicurezza: l’Appennino, un Passo di montagna, un grande luogo all’aperto dove poter garantire le distanze.

Abbiamo redatto con cura un “piano sicurezza” con precauzioni ulteriori rispetto alle normative italiane (con numeri ridottissimi di pubblico e misure di sicurezza eccezionali) ed eravamo sicuri che dall’Ente tedesco, che gestisce i sacrari di guerra germanici sparsi in tutta Europa e che ogni anno ci rinnova il permesso di poter lavorare al Cimitero della Futa, avremmo avuto il consenso anche per quest’estate, sulla base dei nuovi Decreti emanati, della riapertura di tante attività e della voglia di ricominciare seppur in sicurezza...

Purtroppo invece non è stato così: lunedì scorso abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale dalla Germania con il DIVIETO assoluto di fare gli spettacoli perché il Cimitero sarebbe, a loro dire, un possibile focolaio di CORONAVIRUS.

Ovviamente abbiamo fatto partire la macchina delle traduzioni/mediazioni su più fronti e a più livelli, ma dopo una settimana di confronto non c'è stato niente da fare: è appena arrivata l'ultima inappellabile comunicazione.

Archiviozeta alla Futa quest’anno non ci sarà!

Sembra assurdo che un Ente tedesco sia più rigido del Governo Italiano ma la giurisdizione sulla Futa è tedesca e loro, per un eccesso di precauzione ci impediranno di fare il nostro lavoro culturale mentre tutta Italia, dal Teatro di Siracusa a Piazza Maggiore a Bologna, sta riaprendo con numeri anche molti elevati.

La beffa ulteriore è che nel frattempo il Cimitero è comunque aperto al pubblico, senza nessun controllo all’ingresso.

Dopo diciotto anni di lavoro culturale in questo luogo scomodo e difficile, per la prima volta, ci sentiamo abbandonati e disorientati, senza strumenti per comprendere l'assurdità di una posizione così rigida e senza alternative.

Vogliamo condividere soprattutto con voi spettatori questo nostro disastro: siete stati i maggiori produttori del nostro lavoro in questi anni e crediamo che sareste tornati in montagna anche quest’anno, malgrado tutto.

Ora… che fare?

Come salvare il nostro lavoro?

Dove approdare?

Nella disperazione di queste ore ci chiediamo chi tra Istituzioni, festival o teatri è interessato a adottare il nostro progetto o una sua parte nei prossimi mesi?

Il momento non è propizio.

Per nessuno.

L’unica cosa sicura è che non ci troverete alla Futa quest’estate.

Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti

data pubblicazione: 
Domenica, 21. June 2020 - 19:43

Commenti

La Germania ha sfruttato un'altra occasione per mettere i bastoni tra le ruote a noi italiani, superiori a loro in quasi tutto.. Speriamo che questi ragazzi trovino alternative in fretta e che molti si facciano avanti, in bocca al lupo ragazzi! E iniziamo a staccarci da tutto ciò che è commercialmente tedesco, sanno venire in Italia solo a sfruttare la nostra competenza e superiorità in numerosi campi (vedi i pezzi di meccanica di precisione ad esempio) ma non perdono occasione per umiliarci e denigrarci quando ne hanno l'occasione. È ora di render loro pan per focaccia, sfruttare i loro soldi ed il loro bisogno di noi per quello che ci fa comodo ma non far nulla che possa giovare loro né mostrare loro di aver bisogno di un Paese così meschino (ovviamente non parlo dei cittadini tedeschi educati, sempre benvenuti nel nostro meraviglioso Paese, ma di chi comanda).

Il grande scenografo Luzzati diceva che è dalle difficoltà che nascono le idee. Forse c'è una montagna da cui il Friedhof è visibile. Forse si può accogliere il divieto e comprendere il dolore che non passerà mai e che non deve passare. Schmerz, in Deutsch. Forse la distanza aiuta a vedere un numero infinito di stelle. Certe volte penso a che numero si arriverebbe se si potesse fare un conto dei soldati tedeschi che si vedono morire ammazzati in tutte le fiction cinematografiche.

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