Pannolini lavabili: i Comuni del bolognese che prevedono incentivi
Viviamo in un mondo sempre più “fast”, dove ciò che si consuma, spesso, lo si getta subito via. E così aumenta il volume dei rifiuti con tutte le conseguenze negative e il costo per la società che questo determina.
La tendenza, però, sta cambiando e i numeri lo confermano. In particolare, nel corso del 2010, è cresciuta del 12% la domanda di pannolini ecologici.
Se si tiene conto che proprio i pannolini sono tra i prodotti più difficili da smaltire - la parte plastica ad esempio non è biodegradabile e se bruciata sviluppa diossina - e che gli stessi rappresentano la terza fonte di rifiuti solidi in discarica - dopo i giornali e i contenitori di alimenti e bevande - si può ben capire la rilevanza di questo dato.
Ogni bambino consuma in totale dai 5.000 ai 6.000 pannolini (2 miliardi e 190 milioni quelli di plastica ogni anno in Italia), vale a dire una tonnellata di rifiuti a testa che vanno tutti a finire in discarica emettendo sostanze nocive in acqua e terreno. Sì, perché per assorbire di più, i nuovi pannolini contengono elementi chimici (come il poliacrilato di sodio) che si disperdono e inquinano l’ambiente, ma che soprattutto entrano a contatto con la pelle dei bambini.
Il fatto di essere più assorbenti, tra l'altro, determina un cambio meno frequente dei bambini, che è proprio la causa dei maggiori arrossamenti (+7%-61%) e di infezioni alle vie urinarie. Cambiare più spesso i piccoli permette di liberarli dai germi e batteri che si sviluppano nel pannolino e permette di far "respirare" la loro epidermide.
Meglio allora usare quelli in Mater-Bi (lo stesso materiale dei sacchetti biodegradabili) o in PLA, un polimero realizzato partendo da sostanze vegetali rinnovabili come il riso, il mais e le barbabietole. O, ancora, optare per i pannolini lavabili, ne esistono di tipi molto diversi, e sono facili da lavare ogni due giorni in lavatrice a bassa temperatura con bicarbonato.
Oltre a essere facilmente smaltibili, in fase di produzione, i pannolini lavabili, consumano 3,5 volte meno energia, 8 volte meno materie prime non rinnovabili, 90 volte meno risorse rinnovabili, 2,3 volte meno acque di scarico, 30 volte meno di rifiuti solidi.
Tra l’altro, è anche un fattore di costo. Si è detto che un bambino utilizza in media quasi 6.000 pannolini in due anni. Il prezzo di ogni pannolino mediamente è di 25 centesimi, che porta a una spesa di circa 1.500 euro. Il pannolino di stoffa, invece, consente un risparmio di almeno un terzo; risparmio che aumenta se i pannolini - correttamente conservati - vengono poi utilizzati per i fratelli successivi .
In aiuto e in risposta alla crescente domanda di biopannolini arrivano alcuni comuni, circa 90 in Italia, che offrono incentivi - kit omaggio e contributi per l’acquisto - per permettere l’uso di questi prodotti.
I Comuni della Provincia di Bologna:
Casalecchio di Reno, Castello D'Argile - contributo acquisto pannolini
Monte S Pietro, Sasso Marconi - kit omaggio pannolini
Zola Predosa - contributo acquisto oppure servizio noleggio e lavaggio
marzo 2012
fonte : Virgilio go green
Commenti
terrorismo inutile
Io posso capire che ognuno abbia le proprie opinioni e che cerchi di pubblicizzare i prodotti che in qualche modo a lui convengano. Ma usare il terrorismo psicologico dipingendo i materiali concorrenti come inquinanti dannosi e quant'altro lo trovo scorretto. Vada ad informarsi sul poliacrilato di sodio, legga schede tecniche e di sicurezza e mi dica e dica in pubblico se in una sola riga c'è scritto che è inquinante o che sia una sostanza nociva.. il prodotto non è biodegradabile, quindi certamente non scompare, ma basta, punto..aggiungere altro è attualmente una menzogna..
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