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Nodo di Rastignano, Donini: "al via la prima parte dei lavori". Incertezza per i finanziamenti del secondo stralcio

Pessimismo fra il pubblico che attende da anni un'opera promessa e mai realizzata

Un centinaio i presenti all'incontro che si è tenuto a Rastignano martedì 23 febbraio con l'assessore Regionale Donini, per parlare del nodo di Rastignano e dell'avanzamento dei lavori.

Presenti anche i Sindaci di Pianoro, Loiano e Monghidoro e il presidente della consulta di Rastignano Marco Rovati . Dopo l'introduzione del Sindaco di Pianoro viene data la parola a Donini che, con entusiasmo, afferma che anche grazie  al deciso impegno della Regione, sono finalmente iniziati i lavori del primo stralcio per un importo di 27,8 milioni. Afferma di aver fatto visita al cantiere che procede a rilento a causa della necessità di essere bonificato dagli ordigni bellici ma precisa anche che esiste una calendarizzazione dei lavori e si assume l'onere di monitorare costantemente l'avanzamento degli stessi in modo da poter finire il primo stralcio entro il secondo semestre 2017.

L' Assessore parla quindi del secondo stralcio cioè il nuovo ponte sul Savena e lo scavalcamento di Rastignano con collegamento al fondovalle dicendo che la Regione ha finanziato il progetto definitivo per 40 mila  € e che pensa di finanziare l'opera (40 milioni) con i fondi di Ministero, Autostrade e ANAS grazie alla rinuncia alla realizzazione del passante Nord e che spera di poter chiudere il nuovo accordo entro 2/3 mesi.

La parola passa al pubblico che pare molto meno ottimista e ricorda come nei 40 anni da cui è attesa l'opera si sono già sentite calendarizzazioni che però non hanno prodotto nulla, che il cantiere è di fatto fermo, che la bonifica era già stata fatta dal CAVET tranne che in una piccola parte e che l'opera per ora non eliminerà il problema dal centro di Rastignano. Si fa presente anche che in caso di chiusura del ponte non ci sarebbero efficaci vie di fuga per la sicurezza dei cittadini della vallata che sarebbero bloccati.

Vista l'incertezza del finanziamento del secondo stralcio prevale il pessimismo sul fatto che finalmente si possa risolvere il problema della viabilità della frazione. Chiude la serata Marco Minghetti che riferisce che nel caso non si ottenessero i fondi necessari si dovrà ricorrere ad opere palliative ancora da individuare.

 

febbraio 2016

data pubblicazione: 
Mercoledì, 24. February 2016 - 6:35

Commenti

Tante belle chiacchere e promesse facili che smentiscono già quelle di qualche tempo fa. Se non ricordo male secondo la vulgata del 9 agosto 2014 i lavori sarebbero dovuti iniziare a settembre dello stesso anno per terminare entro 600 giorni(c'est a dire maggio 20l6, tra due mesi). Oggi siamo già a fine 2017. Appuntatevi queste date e vedete se e quando saranno finiti i lavori. Già si preparano le vie di uscita (le bombe... i siti archeologici...), quasi fossimo in via dei fori imperiali e non si potesse in pochi passaggi rimuovere eventuali ordigni bellici. Poi, a quanto pare, si mette in mezzo la presunta povertà di mezzi: solo 20 milioni, poverini, che si può fare con questi spiccioli in Italia? Al massimo qualche chilometrino di strada, poi si vedrà, magari si farà una colletta tra gli estenuati cittadini della montagna (crowfunding, se vogliamo usare la volgare espressione di moda in questi tempi). Nelle storie del nostro paese accade spesso che lavori semplici, che magari in Giappone si completano in un mese, tirino per le lunghe, i costi lievitino, i cittadini rimengano privi di servizi essenziali. Ma da sempre ci consola il pensiero rassicurante che in molti mangino e mangino bene. Del resto questo non è il paese dei piatti ricchi e del buon cibo? A parte questo, rimane poco.

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