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Legambiente : "con Cà dei Boschi si è persa un'occasione per ripensare allo sfruttamento del suolo"

Sul Piano cave l'Associazione replica alle dichiarazioni dell'Assessore all'Ambiente

Su il Resto del Carlino di oggi è stato pubblicato un articolo inerente il Piano cave di Loiano, che ripercorre i punti toccati durante l'incontro del 21 gennaio.

Al termine del pezzo viene riportata una dichiarazione dell'Assessore all'Ambiente Alberto Rocca dove ricorda che il piano era stato sottoscritto anche dalle associazioni ambientaliste.

Di seguito la replica di Ubaldo Radicchi di Legambiente:

 

Il riferimento è al “contributo alla Conferenza di Pianificazione del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive della provincia di Bologna PIAE 2013-2023”

SOTTOSCRITTO DA LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA E WWF 11/12/2012.

 

Riferimento che ci aspettavamo, ma che viene strumentalizzato (anche questo era previsto) .A questa strumentalizzazione  rispondiamo riportandone alcuni passi,  precisando che:

-lo stesso contributo “si presentava come l’occasione per ripensare alle modalità di sfruttamento del suolo”, occasione certamente persa con il progetto di Ca de’Boschi  che risponde ancora a delle logiche di “privatizzazione degli utili e socializzazione del danno ambientale e paesaggistico;

-nel documento in  questione  si parlava ”... di ridurre il fabbisogno presunto rispetto al precedente decennio basandolo non piu’ su previsioni di sviluppo poco affidabili in   questo periodo,  ma sulla media dei quantitativi  estratti dell’ultimo decennio al netto del residuo non ancora scavato  “

PIAE 2013 Provincia di Bologna

quadro conoscitivo 

Tabella 4.4-4 pag.64

Loiano residuo reale al 2011 (mc)

Campuzzano  1.367.295

Ca deBoschi 363.769.

 

Si ricordava inoltre che alla fine del decennio precedente al 2001  il residuo aveva raggiunto il 58%. 

Nel documento “si riteneva dunque che anziché’ rischiare un ulteriore sovrastima del fabbisogno, contraria al principio di sostenibilità  e di riduzione del consumo di suolo, sarebbe preferibile limitare l’attuale stima di fabbisogno all’ammontare dei soli residui, quindi senza aperture di nuove cave,e prevedere invece una verifica di metà mandato.. Questo eviterebbe anche di offrire al mercato inerti , pregiati e non, che magari verrebbero destinati all’esportazione fuori provincia  o regione, anche a causa dei bassi oneri estrattivi regionali applicati.   

-sempre dal documento in oggetto testualmente  “..è assolutamente  da perseverare la spinta verso la riduzione  dell’utilizzo di risorse non rinnovabili, aumentando il recupero del materiale da demolizione"; questo progetto non pare rispondere a questo  principio!

 

-in termini di tutele , nel pieno senso letterale della parola, nel documento in oggetto  alla voce “tutele assolute” si si enunciava quanto segue:

“le mutate condizioni economiche, lo  sviluppo  di un diverso modello di crescita e l’esigenza di tutelare i beni comuni  divenuta prioritaria, a nostro parere hanno creato le  condizioni affinchè alcuni vincoli condizionati vengano  promossi a vincoli assoluti, ovvero tutele ambientali che non permettano l’attività estrattiva";

Da parte nostra come primo  principio ispiratore  della battaglia che portiamo avanti a difesa del territorio di Loiano e del Suo Paesaggio condiviso con tutti gli altri Comuni e Cittadini, ma da intendersi comunque come “modello di sviluppo per i Territori ”,   è quello di agire  per  un modello di  sviluppo non piu’ basato sul consumo continuo di risorse naturali e beni comuni non rinnovabili, ma su un modello che privilegi,  valorizzi ed incentivi il Territorio nelle sue componenti peculiari  turistiche, sociali, agro alimentari, storico-paesaggistico- culturali, verso un modello di condivisione con larga parte della cittadinanza   delle opportunità di uno sviluppo che sia sostenibile dai punti di vista Etico, Sociale, Ambientale .  Ribadiamo inoltre che la strada da percorrere è quella del maggior utilizzo di materiale inerte da recupero e riciclaggio.

 

-inoltre  ultimo ma primo fra tutti, ribadiamo che 

Art. 9 della Costituzione, recita:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

 

Noi non pensiamo che quanto deciso con il Progetto Ca de’ Boschi risponda a questo principio della nostra Costituzione nella quale ci riconosciamo totalmente

 

25 gennaio 2015

data pubblicazione: 
Domenica, 25. January 2015 - 10:02

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