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Story

A Renato Tattini, "mi spiace, ma non sono d'accordo"

Dopo l'articolo pubblicato sul Resto del Carlino sull'uscita di Tattini dall'ANPI

In riferimento all'articolo pubblicato sul Resto del Carlino il 18 maggio, riceviamo e volentieri pubblichiamo

A RENATO TATTINI

Caro Renato Tattini tu hai deciso di rendere pubblica la tua scelta di lasciare l’ANPI dando la notizia al Resto del Carlino e io, che non conosco giornalisti, ti scrivo questa lettera e la rendo pubblica per dirti cosa penso della tua decisione. Pur riconoscendo a tutti il diritto di cambiare opinione ed avendoti visto fare il percorso dal PCI al PD non avrei mai pensato che tu decidessi di lasciare l’ANPI, baluardo dei valori della Resistenza sulla quale è  nata la tua storia politica, per votare a favore di una riforma costituzionale che questi valori li rinnega totalmente.

Soprattutto non approvo la scelta di dare la notizia tramite  il Resto del Carlino che da sempre conduce una subdola battaglia ai valori della sinistra nella quale ti sei identificato e per la quale ti sei speso come pochi altri . Potevi lasciare l’associazione Partigiani senza per forza divulgare la notizia. Si tratta di una scelta personale che diventa importante non per i contenuti ma perché  “ finalmente anche i COMUNISTI (come vengono chiamati dalla destra i Renziani) disconoscono l’ANPI e la Resistenza e i suoi ideali” e lo fa un ex segretario del PCI,  ex dirigente dello SPI CGIL ed ora ex socio ANPI ed il giornalista si premura di mettere in evidenza  la tua storia politica. Ma non ti sei domandato per quale ragione si sono interessati alla tua decisione? Cosa può interessare ad  lettore del Carlino se l’anonimo sig. Tattini lascia L’ANPI ?. Questo purtroppo è  il messaggio che hai fatto passare condito da una triste sponsorizzazione ai tuoi libri che nulla hanno a che vedere con Resistenza e Costituzione. Nell’articolo emerge solo il tuo rancore verso l’associazione per aver deciso di sostenere il No senza fare prima delle consultazioni ma io credo che chi è  iscritto all’ANPI e ne condivide i valori non abbia bisogno di indicazioni dall’alto per sapere cosa votare al referendum. Mi dispiaccio  sinceramente nel vedere che anche chi ha creduto veramente che ci potesse essere un mondo più equo, solidale, giusto, democratico si arrenda  e getti le armi. Non so se tra qualche anno anche io mi arrenderò ,  per ora so che le cose in cui credo profondamente non potrò  tradirle e che condurrò sempre quelle battaglie che riterrà  giuste affinché il mondo possa essere un po migliore.

Se ti prodigherai in un comitato a favore del Si io sarò felice di poter fare qualcosa per il comitato del No affinché una riforma che ci porta sempre più a destra e sempre più  verso l’uomo solo al comando possa essere cancellata .

Forse , se al Referendum vincerà  il No e Renzi si dimetterà come promesso, avremo finalmente la possibilità  di tornare a votare e di eleggerci democraticamente un Presidente del Consiglio.

 

Con amicizia

Andrea Bovina

data pubblicazione: 
Giovedì, 19. May 2016 - 11:35

Commenti

Si potrebbe dire “niente di nuovo sotto il sole”,
anche allora c’erano dissenzienti, l’importante è riconoscerli. Evidentemente certi proclami, con gente come lui, funzionano. FraBol

Quindi fatemi capire: l'Anpi non lo aveva consultato prima di propendere per il no al referendum costituzionale, e si dice contrariato per aver appreso la decisione a mezzo stampa.E lui come comunica di voler lasciare l'anpi? ma a mezzo stampa naturalmente!!!!
Sarebbe oi anche interessante sapere se il governo invece lo abbia consultato, prima di portare avanti riforme che vanno nella direzione opposta a quello che era il programma con cui il pd si era presentato alle elezioni del 2013

Ciao Andrea,
secondo me Renato ha fatto bene! Come leggo dall'articolo, il problema di Renato non sta nel fatto che l'Anpi si sia schierato per il no, ma che abbia imposto ai suoi iscritti di fare altrettanto. Al di la' del significato di cui e' stato caricato il referendum di ottobre, un'associazione non può proibirmi di espormi apertamente per una questione, specie se questa difende gli ideali di libertà di pensiero che fondano la nostra repubblica. Ripeto, tutto questo viene a prescindere dal fatto che Renato voglia appoggiare il si al referendum, quindi sia a favore delle riforme del governo Renzi. Se vuoi, possiamo discutere sui mezzi che lui ha deciso di utilizzare, ma penso che tutti siamo in grado di telefonare al Carlino ed ottenere un contatto se lo desiderassimo. A presto (tanto so che ribatterai!) Luca Visinelli

Renato non dice cose vere. Da mesi era conosciuta la posizione dell'Anpi sul referendum. Come sezione comprensoriale dell'Anpi dei comuni di Loiano, Monghidoro, Monterenzio e San Benedetto val di Sambro, ne abbiamo discusso nel nostro congresso che si è tenuto a Quinzano il 27 febbraio. In quell'occasione Renato poteva benissimo esporre la propria contrarietà alla decisione presa a livello nazionale dagli organi dirigenti dell'Anpi di schierarsi per il NO, anche perché l'argomento faceva parte delle tesi congressuali. Sempre in quell'occasione lui è stato eletto nel Comitato di Sezione e ha accettato senza esprimere riserve.
La coerenza non fa più parte del suo carattere, evidentemente
!

Non essendo collegato alla "rete" per me è molto complicato poter rispondere a coloro che hanno commentato la mia decisione di uscire dall'A.N.P.I. dopo 46 anni di iscrizione per poter liberamente sostenere il SI al prossimo referendum costituzionale. Per fortuna, qualcuno mi passa i testi stampati affinché io possa visionarli e dare qualche risposta.
Per esempio, la signora Vittoria Comellini mi accusa di non aver esposto la mia contrarietà alla posizione dell'A.N.P.I.(schierato per il NO) durante il congresso territoriale svoltosi a Quinzano. A quel congresso erano presenti una ventina di persone: se qualcuno volesse interpellarle, scoprirebbe che tutti ricordano molto bene il mio confronto piuttosto animato con la signora Corleto la quale, schieratissima per il NO, pretendeva che, in eventuali assemblee promosse dall'A.N.P.I., si dovesse dare la parola solo ai sostenitori del NO mentre io, che ero per il SI, ho sostenuto che, nei futuri incontri promossi dalla nostra Associazione, avrebbero dovuto aver diritto di parola esponenti a sostegno del NO come del SI. Lo stesso Presidente Adriano Monari sostenne che la mia era una posizione ragionevole della quale bisognava tenere conto.
E' possibile che la Comellini non si ricordi tutto questo? Spero che si tratti di una dimenticanza, perché se si trattasse di malafede, sarebbe molto peggio. Nei vari commenti, ci sono persone che mi accusano di tradire i valori della Resistenza, dimenticando che a sostenere il SI ci sono anche Capi-Partigiani che si rendono perfettamente conto che certe regole, scritte 70 anni fa, nel mondo moderno sono solo un intralcio che fa perdere tempo e denaro.
Leggendo i vari commenti, ho scoperto che ci sono persone che parlano dell'A.N.P.I. senza conoscerla, che parlano della Costituzione senza mai averla letta, che parlano del Referendum Costituzionale senza conoscerne i contenuti e c'è anche chi, celandosi dietro l'anonimato, tende a seminare confusione e zizzania.

Caro Renato, ritengo che tu sia liberissimo di lasciare ANPI, di votare Sì al referendum, di portare avanti le tue idee.
Però fa strano che tu che a quanto pare sostieni di conoscere i contenuti della riforma costituzionale accampi scuse futili come quella che le regole scritte 70 anni fa siano causa di lungaggini, in quanto, ad esempio, il lodo Alfano è stato approvato in 20giorni, la Fornero in 16 giorni...La storia che con il bicameralismo attuale (che tra l'altro con il ddl boschi non verrebbe affatto superato, anzi...) fa perdere tempo non regge. Sono semmai i giochi di potere all'interno dei partiti di maggioranza ad essere causa di lungaggini. Ma si sa, è più comodo trovare le responsabilità altrove.
A mio avviso farebbe più bella figura ad ammettere con sincerità che voterà sì in quanto sarà fedele alla linea di partito come lo è stato per 46 o più anni.
Senza accorgersi, purtroppo, che il pd con il fù pci non ha niente a che fare

Ho molto riflettuto e c’è qualcosa che mi lascia perplesso: prima si fa parte di un’associazione o di un comitato poi, a un certo punto, si cambia idea. Lo dico perché u’esperienza simile l’ho vissuta quando fui espulso dal PCI (non importa la forma), per divergenze. Giornalmente assistiamo a cambi casacca, espulsioni, niente di nuovo, ma la cosa che mi colpisce è l’accanimento con cui questi, disconoscono il loro ex gruppo o partito, lo disprezzano come se non ne abbiano mai fatto parte. Le cose sono due, o non hanno mai creduto veramente a quanto professato o è subentrata l’idea che è molto meglio un agire diverso. Legittimo cambiare opinione, però mi chiedo che senso ha questa spettacolarizzazione? A parte il fatto che non mi risulta gli sia stato imposto come votare al referendum, è come se in un comitato vegano ci sia qualcuno che si metta a sponsorizzare braciole di maiale, niente di male da un punto di vista formale, ma da quello etico, accidenti se c’è differenza. Non confondiamo la libertà di pensiero (sacrosanta) con il “faccio il cacchio che mi pare” non so se ha fatto bene o male, penso che sia un problema che attenga alla sua coscienza. Ritiene giuste tali riforme? Giustissimo, ma non si nasconda dietro un fantomatico “comitato” che dubito abbia e possa condizionare qualcuno. Mi sfugge il senso di tanta pubblicità proprio alla luce dei valori e principi propugnati di onestà, coerenza e lealtà. Mi sembra un modo per assestare un colpo basso. Strana cosa è la libertà di opinione, sembra il modo perfetto di giustificare qualsiasi nefandezza. L’ANPI non è un comitato per la “Salvaguardia della melanzana doc” (anche qui possono sorgere divergenze sulla lunghezza), sono gli eredi di coloro che in prima persona si sono sacrificati per darci questa Costituzione, vorrà dire qualcosa. Fra i suoi compiti ha anche quello di difendere gli ideali di libertà e di pensiero che fondano la nostra repubblica ed ha tutti i diritti di proibire, ai suoi componenti, di esporsi apertamente su di una questione, specie se questa, rischia di ledere tali principi. Comunque su una cosa sono d’accordo, se vince il no, la UE e certi poteri come J.P.Morgan non ce la faranno passare liscia, non per niente ci hanno concesso lo sforamento del bilancio. FraBol

Come ha scritto Franco L’ANPI non è la bocciofila ma una associazione che difende i valori della Resistenza e la Costituzione e a maggioranza di 300 favorevoli e 3 astenuti si è espressa al congresso nazionale per il NO al referendum affermando che gli associati non devo fare propaganda per il SI. Il significato è semplice: se vuoi votare SI non puoi stare nell'ANPI perché non ne condividi più i fondamenti. Nessuno vieta a Tattini di non condividere questa posizione è di dimettersi ma non può dare la colpa delle sue decisioni all'associazione tantomeno in una forma pubblica come quella che ha scelto. Inoltre mi domando cosa avrebbe fatto se si fosse deciso per il SI è di vietare la propaganda per il NO . Sicuramente si sarebbe dimesso comunque visto che quello che lui rifiuta è l'imposizione della scelta. È evidente, caro Luca, che l'ANPI ritiene che questa riforma costituzionale vada contro la libertà e che per questo vada osteggiata.

Ciao Andrea, rileggi il tuo post: hai scritto esattamente quello che ho detto io cioe', lui ha fatto bene a uscire se gli stava stretta la visione, il modo usato (a mezzo stampa) puo' essere discutibile ma nondimeno e' una scelta legittima. Luca

Condivido tutto ciò che ha detto Andrea Bovina e lo ringrazio perchè ha colto veramente tutto di questa vicenda: non ho altro da aggiungere se non alcune precisazioni sulla posizione dell'ANPI di cui faccio parte. L'ANPI non ha mai chiesto o obbligato i propri iscritti a votare per il no.
Ha preso ovviamente una posizione come associazione che, per i valori che rappresenta, non poteva che essere per il NO a chi cerca di distruggere una delle più belle Costituzioni, nata dal sangue versato proprio dei Partigiani. Voglio riportare una frase di Bovina che riassume tutto "chi è iscritto all’ANPI e ne condivide i valori non ha bisogno di indicazioni dall’alto per sapere cosa votare al referendum".
Patrizia Corleto

Lui accusa l'ANPI. Li sbaglia alla grande. È lui che non condivide le posizioni, la cosa è assai differente. Come sai io non ho criticato la scelta ma le motivazioni e il metodo . Per me ha sbagliato e se tu dici che ha ragione sbagli anche tu

Mah, a me pare semplice: Renato vuole fare quello che vuole in un'associazione che non glielo lascia fare, ed ha strappato perché vuole essere libero di pensare. Non mi sembra una colpa voler pensare di testa propria e non avere imposizioni. Luca

Esempio: Tizio è iscritto all'associazione dei NON fumatori ma improvvisamente decide di cominciare a fumare e pretende di farlo con gli altri soci. I soci a maggioranza gli dicono : guarda Tizio che qui non si può fumare. Chi ha ragione ? Chi deve decidere se restare o allontanarsi dall'associazione? Io meglio di così non so spiegarlo. A me la storia pare evidente . La stessa cosa vale per i partiti e per tutte le associazioni nelle quali ci sono ideologie e regole. Se cambi LEGITTIMAMENTE idea saluti la compagnia e te ne vai senza fare tante accuse a chi si dimostra COERENTE.

E' un brutto esempio perche' l'associazione non era per il no a prescindere, per prendere il tuo esempio, e' come se si iscrivesse al circolo del golf che poi diventa circolo dei non fumatori.

Nooooooo c'è la votazione del comitato nazionale. 300 a favore del no è tre astenuti.Nessuno ha votato per il si. Qualcosa vorrà dire.Lo scrive anche la Come lini qui sopra.

Caro Andrea, ma perche' questa motivazione, che e' l'unica a cui ti appigli ora, non e' presente nella tua lettera originaria? Luca

Nella mia lettera esprimo chiaramente che:
L'ANPI difende degli ideali e dei valori ben chiari e immagino presenti in uno statuto. Il metodo scelto da Renato per comunicare la sua decisione mi sembra quantomeno inopportuno. Che è Renato che si sta muovendo dalle sue vecchie posizioni e non l'ANPI e che quindi non può accusarlo di nulla. Direi che tutte le mie deduzioni sono state confermate il giorno dopo quando ho letto dall'assemblea nazionale. Comunque anche senza sapere della votazione mi pareva evidente come stavano i fatti . Per fortuna l'ANPI ha piede fermo e non arretra o cambia come fanno certi partiti che abbandonano gli ideali a favore degli interessi.

Hai detto bene Andrea, arretra! a questo punto spero che Tattini si dia da fare per un comitato per il si, al quale aderiro' volentieri. Luca

Ciao Luca.
Per curiosità, quali sono gli elementi che ti spingono a propendere per il si al referendum?
Buona giornata

Manuel, mi sembrava di essere stato chiaro l'anno scorso che non volevo più avere nulla a che fare con te. Ti trovo a rompermi le scatole anche su loianoweb? Luca

Forse fai confusione con un altro Manuel, ma fa niente.

Mi pare, Sig. Visinelli, che dopo tutto questo discutere di etica, di democrazia, di correttezza e quant'altro, rivolgersi ad una persona che sta interloquendo con Lei ma non solo, dicendo che non si vuole più avere a che fare con lui ed etichettandolo come rompiscatole, il tutto su un sito pubblico, sia un pochino fuori luogo, soprattutto dato il ruolo istituzionale di consigliere comunale ancorché di minoranza dal quale Lei si è dimesso appena poche settimane fa.

Salve, vorrei farle notare che lei non conosce i retroscena chei hanno spinto a tale risposta. Inoltre, democrazia significa anche questo, ruolo istituzionale (che non ricopro più) o no. Luca

Il tema non è voto si o voto no al referendum ma se faccio parte di un'associazione e non ne condivido più la linea ideologica perché non cambia ho diritto ad andarmene accusandolo di intolleranza e di immobilismo ? A pare mio no. PUNTO.

Scusa ma dubito che tu abbia capito, perché, il tutto, è cosi complicato e distorto che occorre per forza la guida di un esperto. Il problema è che, qui si compie una scelta di campo fondamentale, diciamo di classe (non so se capisci). Io mi fido più di un Rodotà o di un Zagrebelsky o di un giornale come il Manifesto che mi mettono in evidenza i punti critici, cosa che da solo non sarei in grado di fare, anche se mi sono spaccato la testa. Certo è che giornali come l’Unità o il Corriere espongono opinioni diverse, scelta legittima, ma è pur sempre, una scelta di classe. Conosco poco l’Anpi, per quanto riguarda la Costituzione ti ricordo che sostenni un esame di Diritto Costituzionale, ai miei tempi con il prof. Cammelli detto il giovane (allora) dell’Ateneo bolognese. Sono un po’ rincoglionito, ma credo di avere ancora bene in mente, se non altro, lo SPIRITO con cui è stata concepita. Spirito che è completamente disatteso sia nell’opportunità sia nel merito. I Costituenti sapevano benissimo ciò che facevano, le regole che stavano scrivendo erano finalizzate affinché non potesse ripetersi quanto avvenuto. Il metodo democratico non è mai un intralcio, si perderà tempo ma non è certo quello che fa perdere denaro, questa è una revisione approvata, oserei dire, in modo rocambolesco. Qualsiasi cambiamento, imposto dall’alto o non condiviso, non può che portare a conseguenze nefaste. Es. All’aquila: per la ricostruzione si è intervenuto in modo unilaterale e si è visto i risultati in Friuli c’è stata la partecipazione dei cittadini e le cose sono andate in modo molto diverso. Ti vorrei ricordare che il così detto “Mondo moderno” è determinato dalle classi dominanti che hanno, molto semplicemente, tutto l’interesse a far si che le classi sottoposte restino tali, in più per MODERNIZZARSI facciano leggi tali per darsi la “Zappa sui piedi”. Questo è il disegno criminale della UE e del Governo Renzi, di cui ti fai complice inconsapevole. Poi basta, la tua visibilità l’hai avuta, diamoci un taglio non scadiamo dalla tragedia alla farsa. Frabol

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